Sergio Dalmasso storico del movimento operaio. QUADERNI CIPEC e Altri Scritti
  

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Giornata per la libertà religiosa e di pensiero  Marzo 2010   Torna alle categorie

Giornata per la libert� religiosa e di pensiero

Giornata per la libertà religiosa e di pensiero

Un vergognoso “calvario”

 

Credo opportuno che chi legge “Laicità”conosca le vicissitudini delle varie proposte per l’istituzione della giornata per la libertà religiosa, di coscienza e di pensiero che per anni si sono  aggirate nei corridoi del Consiglio regionale.

2006: presento un ordine del giorno che chiede alla Regione di impegnarsi perché a livello regionale e nazionale, si istituisca la Giornata per la libertà religiosa, nella ovvia data del 17 febbraio (martirio di Giordano Bruno, 1600, libertà di culto ai valdesi e in seguito agli ebrei, 1848).

Dopo breve tempo, lo modifico leggermente, inserendo i temi della libertà di coscienza e di pensiero.

Nulla si muove. L’ordine del giorno arriva più volte in aula, ma non viene mai discusso (e votato).

Negli anni successivi, sul tema vengono presentate due proposte di legge (primi firmatari i consiglieri Chieppa e Moriconi), poi unificate, che chiedono l’istituzione di tale giornata a livello regionale.

Finalmente le proposte di legge arrivano in commissione nell’autunno 2009. Vengono consultate le comunità religiose e le associazioni interessate. Il giudizio unanime è positivo.

Lunedì 14 dicembre si arriva al voto in commissione. Contrarie le forze di destra, che non motivano neppure il perché del loro voto e accusano addirittura i proponenti di “elettoralismo”; favorevoli Rifondazione, Ecologisti, Comunisti italiani, Sinistra e libertà, Moderati; non partecipa al voto il Partito democratico per il quale la Costituzione garantisce già i valori di libertà e non è quindi necessaria ed utile una giornata specifica.

Nel mese di gennaio (ultimo per questa legislatura), tentiamo di richiamare in aula la proposta di legge unificata, sperando che si arrivi al voto. Interveniamo nello specifico chiedendo che la legge venga almeno messa ai voti. Fumata nera. La Lega nord ripete il ritornello per cui la Costituzione garantisce le libertà, la maggioranza (tranne noi ”cattivi”) tace; si naviga tra bilancio di previsione, legge urbanistica che non va in porto, discussioni e pettegolezzi su alleanze elettorali, schieramenti

Credo importante che i/le vostri/e lettori/rici conoscano questa triste storia che dimostra come più di elementari principi di laicità, democrazia, eguaglianzacontino i giochetti elettorali, le alleanze di potere, gli equilibri interni ai partiti (per fortuna, non tutti).

Sergio Dalmasso

Consigliere regionale di Rifondazione comunista

 

Mi permetto di richiamare, al termine di questa quatione (durata oltre quattro anni) le ultime parole dell’ultimo intervento senatoriale di Lelio Basso (1978). Anche l’abolizione del Concordato Stato/Chiesa cattolica fu giudicato un’utopia, termine che forse dovremmo oggi rivalutare come tensione continua sull’esistente e sul presente:

Un autorevole giornale, commentando il dibattito di ieri in quest’aula, diceva stamani che l’utopia dell’abrogazione del Concordato era rimasta fuori dall’aula. Ebbene, io ho il timore di confessare l’utopia del socialismo, come non ho il timore di confessare l’altra utopia, la più grande e la più pericolosa, che tutti gli uomini, come è scritto nella nostra Costituzione, avranno un giorno su questa terra pari e piena dignità sociale, saranno da tutti considerati fini e non strumenti del potere altrui.

Rileggevo, pochi giorni fa, tra un viaggio in Brasile e uno in Giappone, dove andavo a inseguire ovunque queste mie utopie, le epistole di Paolo su cui avevo lungamente meditato 50 anni fa, quando preparavo la mia tesi di laurea in filosofia e come sempre mi colpivano le sue parole là dove ammonisce che con il Vangelo non vi sarebbero stati più né giudei né gentil, né greci né barbari. Vorrei citare a memoria, chiedo scusa se sbaglio, L’Epistola ai Colossesi dove dice appunto: qui non c’è né greco né giudeo, né circoncisione né incirconcisione, né barbaro né sciita, né liberi né schiavi; c’è Cristo in tutti.

E’ forse utopia lottare, anche se purtroppo non si ha la forza di Paolo di Tarso, per preparare un’umanità in cui essere cattolici o protestanti, cristiani o ebrei, musulmani o buddisti, credenti o atei, non debba più costituire per nessuno né motivo di persecuzione né titolo di privilegio?